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PREFAZIONE

Il Linguaggio della Figurazione

“A differenza dell’astrazione, dove la forma è il contenuto, la figurazione mi consente di costruire una narrazione visiva strutturata. È la via più agevole per organizzare il contenuto in modo che possa essere condiviso e assimilato senza la necessità di una mediazione concettuale complessa.”

— Giuseppe Taibi


ESPOSIZIONI E RICONOSCIMENTI

Taibi vanta al suo attivo numerose mostre collettive e personali di rilievo, spesso al fianco di artisti importanti. Il suo percorso espositivo comprende appuntamenti significativi con particolare concentrazione nel territorio siciliano ma con relazioni che si estendono al panorama nazionale ed europeo.

2001 – Un’opera viene selezionata per una biennale, riconoscimento pubblico della maturità della sua ricerca

2012 – Consegna di un’opera alla Delegazione “Servirail”, Royal Hotel, Messina

2013 – Mostra Personale, Piazza Juvara, Messina

2018 – Mostra Personale, Bistingò Club Granatari, Messina

2022 – Partecipazione alla Biennale di Milazzo (giugno), importante rassegna d’arte contemporanea siciliana

2025 – Partecipazione alla Biennale di Messina – ExpoArte 2025, riconoscimento nella sua città di residenza e creazione

Tra le collettive di rilievo, la mostra “6 in Arte” nella suggestiva cornice della chiesa sconsacrata di Gualtieri Sicaminò, insieme ad Angela Andaloro, Bruy Vitalia, C. Cacciola, Calabrò e G. Cesareo, con critica d’arte a cura della Dott.ssa Giulia Maria Sidoti. In questa occasione Taibi sviluppa una riflessione articolata sul contesto siciliano: “Mi è sembrata volgersi l’eterna battaglia con se stessa della Sicilia, un’affascinante chiesa sconsacrata che diviene scrigno di bellezza e si illumina, circondata da case costruite senza nessun criterio estetico… e proprio per questa imperfezione la bellezza in Sicilia—quando c’è—assume ancora più forza e intensità.”

Diverse sue opere sono entrate in collezioni private, testimonianza dell’apprezzamento del mercato e dei collezionisti. Una composizione è stata utilizzata come copertina editoriale, riconoscimento dell’impatto visivo e comunicativo del suo lavoro.


PRESENZA E RELAZIONI ARTISTICHE

Presente da anni sul web, Taibi è inserito in piattaforme del settore di livello nazionale ed europeo (ArtMajeur, IoArte, GigArte, ArteLive, Cercarte), utilizzando gli strumenti digitali per ampliare la visibilità del suo lavoro e creare connessioni con il pubblico e i professionisti del settore. Intrattiene relazioni con numerosi artisti, anche di respiro internazionale, mantenendo un dialogo costante che arricchisce la sua ricerca e lo inserisce in una rete di confronto e scambio culturale.

Questa presenza digitale, lungi dall’essere un ripiego, si configura come scelta consapevole di un artista che, pur radicato nella tradizione pittorica, comprende le potenzialità della comunicazione contemporanea. Come lui stesso afferma: “Potrei usare la tecnologia per esprimere il mio punto di vista artistico, come l’IA o Photoshop, che utilizzo talvolta nella fase preparatoria, ma la pittura è un’altra storia, è insostituibile ed eterna.”


RICONOSCIMENTO CRITICO

Il Dott. Claudio Calabró, Operatore Beni Culturali ed esperto d’arte, scrive di Taibi: “Secondo Taibi, l’arte non è solamente contemplazione estetica, ma è anche mezzo di riflessione e confronto. Critico verso l’arte contemporanea che spesso si limita alla firma dell’artista per giustificare un’opera, Taibi sottolinea l’importanza di comunicare i contenuti attraverso simboli e metafore. Come altri grandi artisti prima di lui, sostiene che se richiesto, il contenuto di un’opera, laddove esista, va spiegato a chi avesse interesse a conoscere il punto di vista dell’autore.”

“Opere come ‘Il Grande Regista’, ‘Fermo Immagine’, ‘Il Cambiamento’ e ‘Frammenti d’Ordinaria Sopraffazione’ riflettono il simbolismo e l’immaginario di Taibi. I suoi quadri spesso incorporano elementi storici e mitologici, reinterpretati in chiave moderna e ironica. Per Taibi, l’arte è soprattutto condivisione. L’artista non si limita a riprodurre la realtà, ma la spinge oltre i confini estetici, con l’intento di far emergere quesiti esistenziali e stimolare una riflessione profonda.”


LA METAFISICA ESISTENZIALE: UNA POETICA

La definizione di “Metafisica Esistenziale” non è solo un’etichetta stilistica ma il cuore pulsante della ricerca di Taibi. Come lui stesso afferma: “La Metafisica Esistenziale definisce con coerenza l’arte di cui mi occupo.” Questa sintesi originale unisce due tradizioni apparentemente lontane: la Metafisica italiana del primo Novecento—con i suoi spazi enigmatici, le sue prospettive vertiginose, i suoi silenzi carichi di significato—e l’Esistenzialismo filosofico, con la sua attenzione all’angoscia, alla solitudine, al senso di estraneità che caratterizza la condizione umana contemporanea.

Il risultato è un’arte che non si limita alla rappresentazione ma diventa “meditazione visiva tra ciò che è visibile e l’invisibile, tra la realtà percepita e il mistero dell’essere.” Gli scenari di Taibi sono “assemblaggi circostanziali e tematici” che, pur nella loro natura fantasiosa e visionaria, “richiamano contenuti contemporanei non slegati dal recente passato o da quello remoto fino alla genesi.”

Centrale nel suo pensiero è il rifiuto della “mera rappresentazione”: “Non sono mai stato attratto dalla mera rappresentazione che generalmente impedisce ogni altro tipo di lettura. Ho dedicato anni alla ricerca di un personale equilibrio tra forma e contenuto, convinto che un’opera d’arte per essere definita tale debba essere il risultato della loro fusione.”

L’arte, per Taibi, è innanzitutto condivisione, “antitesi all’egoismo”: “Un’opera d’arte ‘vive’ veramente solo nel momento in cui viene fruita e interpretata da qualcun altro. La condivisione non è un optional, ma la sua ragion d’essere. Diffido sempre da chi sostiene di dipingere per se stesso.”

Questa visione si radica in una profonda riflessione sul ruolo dell’artista nella società contemporanea e in un rapporto consapevole con la tradizione: “Come diceva René Magritte, utilizzo la pittura per rendere visibile il mio pensiero” e “Come affermava Giorgio De Chirico: ‘Perché un’opera d’arte sia veramente immortale bisogna che essa esca completamente dai limiti dell’umano. Il buonsenso e la logica le fanno difetto.'”

L’ARTE OLTRE LA CONTEMPLAZIONE

Riflessioni secondo Taibi

Prefazione del Dott. Claudio Calabró – Operatore Beni Culturali ed esperto d’arte

L’approccio di Taibi all’arte trascende la mera contemplazione estetica, elevandola a un potente strumento di riflessione e confronto critico.

Critica all’Arte Contemporanea

Taibi manifesta un forte scetticismo nei confronti di gran parte dell’arte contemporanea, accusandola di cadere in un feticismo dell’autore. Egli critica aspramente la tendenza a giustificare il valore di un’opera quasi esclusivamente in virtù della notorietà o della “firma” dell’artista, sminuendo l’importanza del contenuto intrinseco.

L’Imperativo della Comunicazione

Per Taibi, l’essenza dell’opera risiede nella sua capacità di comunicare contenuti significativi attraverso l’uso sapiente di simboli e metafore. L’arte autentica deve veicolare un messaggio che sia decifrabile, seppur non sempre immediato.

Il Ruolo dell’Autore nella Spiegazione

In linea con la tradizione dei grandi maestri che hanno inteso l’arte come un dialogo intellettuale, Taibi sostiene la necessità di chiarire il contenuto e il punto di vista dell’autore a chiunque manifesti un genuino interesse. Quando l’opera possiede una sostanza concettuale, l’artista ha la responsabilità, se interpellato, di fungere da mediatore per renderla accessibile e promuovere la sua funzione di riflessione.


OPERE E SIMBOLISMI

Il contenuto delle opere di Taibi ripone al centro la condizione individuale, sociale e spirituale dell’essere umano e il suo universo. I colori dell’esistenza su ogni tipo di supporto, gli argomenti e i soggetti che rappresenta gli consentono di dialogare e disaminare le tematiche della contemporaneità, con impronta metafisica e visionaria.

Opere come “Il Grande Regista”, “Fermo Immagine”, “Il Cambiamento” e “Frammenti d’Ordinaria Sopraffazione” riflettono il simbolismo e l’immaginario dell’artista. I suoi quadri spesso incorporano elementi storici e mitologici, reinterpretati in chiave moderna e ironica.

“Insurrezione Messinese” mostra un surreale dialogo e la complicità tra Nettuno e il gallo, simboli straordinari della città peloritana. “Il Carro del Vincitore” rappresenta una biga romana in un contesto siciliano, metafora di vittoria e ambizione ma anche simbolo dell’arrivismo e del disprezzo dei valori più significativi.

Queste opere dimostrano come Taibi utilizzi la figurazione non come semplice rappresentazione, ma come struttura narrativa capace di stratificare significati e sollecitare riflessioni profonde sull’esistenza contemporanea.


CONDIVISIONE E COINVOLGIMENTO

Per Taibi, l’arte è soprattutto condivisione. La sua più grande gratificazione è vedere il coinvolgimento dell’osservatore, che, attraverso le sue opere, è invitato a riflettere sui grandi temi della vita. L’artista non si limita a riprodurre la realtà, ma la spinge oltre i confini estetici, con l’intento di far emergere quesiti esistenziali e stimolare una riflessione profonda.

L’arte visiva nasce come antitesi all’egoismo, questa è la sua natura: l’arte, in questa prospettiva, non è solo l’espressione di un singolo, ma un ponte verso l’altro. Quando l’artista comunica un’idea, un’emozione o una riflessione, sta compiendo un atto di generosità e condivisione, invitando l’osservatore a uscire dal proprio isolamento per entrare in una dimensione comune.

Come afferma lo stesso Taibi: “Diffido sempre da chi sostiene di dipingere per se stesso. Un’opera d’arte ‘vive’ veramente solo nel momento in cui viene fruita e interpretata da qualcun altro.”


TRADIZIONE E CONTEMPORANEITÀ

Dal punto di osservazione dell’artista: “Penso che l’emulazione fine a se stessa dell’arte classica (e non solo), sia un palese anacronismo, come vedere l’esibizione di Beethoven al concerto di Woodstock. Tuttavia ogni qualvolta le due anime, classica e contemporanea si incontrano, il contrasto sembra dissolversi e divenire magia.”

Questa riflessione sintetizza l’approccio di Taibi alla storia dell’arte: non rifiuto della tradizione né sua pedissequa imitazione, ma dialogo creativo capace di generare sintesi inedite. Le sue opere che incorporano riferimenti a De Chirico, Van Gogh, Mondrian e Haring non sono citazioni postmoderne, ma tentativi riusciti di far “dialogare” epoche e sensibilità diverse in un linguaggio unitario e personale.

La figurazione, in questa prospettiva, diventa il terreno comune dove classico e contemporaneo possono effettivamente incontrarsi, dove il riconoscibile si fa veicolo dell’enigmatico.


RIFLESSIONI SULLA CONTEMPORANEITÀ

“Sento la necessità di realizzare opere che riflettano la nostra contemporaneità, con le sue contraddizioni e le drammatiche realtà, tutto ciò in un’atmosfera reale-surreale-metafisica-concettuale e visionaria, che non tralascia la bellezza.”

Mi appassiona quel tipo di arte che riesce a guardare la realtà e l’accompagna oltre il confine, non ultimo appunto quello estetico, che riesce a coinvolgere non solo per la tecnica e la bellezza. Non sono particolarmente stimolato dalla mera rappresentazione e la riproduzione fine a se stesse, soprattutto seriali.

Questa dichiarazione chiarisce la posizione di Taibi rispetto all’arte figurativa tradizionale: la figurazione non è mai fine a se stessa, ma strumento per “accompagnare la realtà oltre il confine.” Le sue opere sulla pandemia COVID-19, sulla tecnologia, sulle dinamiche sociali, non sono cronache illustrate ma visioni che attraversano il presente per coglierne l’essenza metafisica ed esistenziale.


TECNOLOGIA E PITTURA

“Potrei usare la tecnologia per esprimere il mio punto di vista artistico, come l’IA o Photoshop, che utilizzo talvolta nella fase preparatoria, ma la pittura è un’altra storia, è insostituibile ed eterna.”

Questa affermazione rivela un artista consapevole delle possibilità offerte dalla tecnologia contemporanea ma fermamente radicato nella specificità del medium pittorico. La tecnologia può essere strumento preparatorio, ausilio progettuale, ma l’opera finale deve nascere dall’incontro fisico tra mano, materia e supporto.

La scelta di supporti non convenzionali (carta da pacchi, pannelli pubblicitari, cartone) negli ultimi anni non contraddice ma rafforza questa convinzione: non è la tecnologia digitale a interessare Taibi, ma la materialità concreta, anche quando questa materialità proviene dal mondo del consumo e della comunicazione di massa.


IMMORTALITÀ DELL’OPERA

“Perché un’opera d’arte sia veramente immortale bisogna che essa esca completamente dai limiti dell’umano. Il buonsenso e la logica le fanno difetto.”
— Giorgio De Chirico

Questa citazione, che Taibi fa propria, illumina il cuore della sua “Metafisica Esistenziale”: l’arte autentica non può limitarsi al razionale, al logico, al buon senso. Deve invece attingere a quella dimensione enigmatica, misteriosa, talvolta perturbante che trascende la quotidianità per toccare l’essenza dell’esistenza.

Le atmosfere sospese, i silenzi carichi di significato, le prospettive vertiginose delle opere di Taibi non sono artifici stilistici ma necessità espressive: sono il modo in cui la pittura può “uscire dai limiti dell’umano” pur rimanendo radicata nella figurazione riconoscibile.


CONTRO IL SISTEMA DELL’ARTE

“La bellezza, i nuovi linguaggi e la costante evoluzione dell’universo artistico, hanno necessità di una divulgazione più onesta e trasparente. È diventato indispensabile trovare soluzioni per scardinare l’assoluto potere del ‘sistema’, un’élite che da quasi un secolo decide le sorti dell’arte e degli artisti in tutto il mondo.”

Questa dichiarazione, particolarmente coraggiosa, rivela un artista che non si accontenta di produrre opere ma riflette criticamente sulle strutture di potere che regolano il mondo dell’arte. La critica al “sistema” non è populismo anti-intellettuale ma rivendicazione di maggiore trasparenza e onestà nei criteri di valutazione e promozione.

La presenza attiva di Taibi sul web e nelle piattaforme digitali si configura, in questa luce, non come ripiego ma come scelta politica: utilizzare gli strumenti della comunicazione contemporanea per bypassare, almeno parzialmente, i gate-keeper tradizionali del mondo dell’arte.


LA SICILIA COME METAFORA

Riflettendo sulla mostra “6 in Arte” a Gualtieri Sicaminò, Taibi scrive: “Mi è sembrata volgersi l’eterna battaglia con se stessa della Sicilia, un’affascinante chiesa sconsacrata che diviene scrigno di bellezza e si illumina, circondata da case costruite senza nessun criterio estetico… e proprio per questa imperfezione la bellezza in Sicilia—quando c’è—assume ancora più forza e intensità.”

La Sicilia, terra natale e fonte d’ispirazione costante, diventa metafora dell’approccio stesso di Taibi all’arte: la bellezza non nasce dalla perfezione formale ma dal contrasto, dalla tensione, dall'”imperfezione” che la rende umana e toccante. Come la chiesa sconsacrata circondata da edilizia caotica, anche le opere di Taibi accostano elementi eterogenei—classico e pop, sacro e profano, metafisico e quotidiano—creando sintesi inattese che proprio dalla loro “imperfezione” traggono forza espressiva.


CONCLUSIONE

Giuseppe Taibi si configura come un artista che ha fatto della coerenza concettuale e della ricerca continua il centro del proprio lavoro. La sua “Metafisica Esistenziale” non è formula vuota ma autentica sintesi tra eredità della grande tradizione italiana e urgenze del presente, tra rigore formale e libertà visionaria, tra radicamento nella pittura e apertura alla sperimentazione materica.

Un artista che, pur operando spesso in condizioni difficili e lontano dai grandi centri dell’arte, ha mantenuto intatta la propria voce, costruendo nel tempo un corpus di opere riconoscibile, profondo, capace di dialogare tanto con la storia dell’arte quanto con le drammatiche realtà della contemporaneità.

  • CHE COS’É L’ARTE?

  • Un Territorio Senza Confini: È l’espressione artistica che ha infranto le barriere delle tecniche e dei soggetti tradizionali, permettendo l’uso di qualsiasi materiale (dal marmo al rifiuto, dal corpo umano all’idea pura) e di qualsiasi forma espressiva (pittura, scultura, installazione, performance, video, digitale).

  • Uno Specchio della Società: È un’indagine, spesso brutale e diretta, sui temi del nostro tempo: la politica, la globalizzazione, l’identità, il consumismo, la tecnologia, l’ambiente. Reagisce al presente anziché limitarsi a decorarlo.

  • Un Dialogo Aperto: Molto spesso, il significato dell’opera non risiede solo nell’oggetto fisico, ma nell’interazione, nel contesto in cui è esposta, e nella risposta intellettuale o emotiva che suscita nello spettatore. Richiede un approccio attivo, non passivo.

  • Un Mercato e un Fenomeno Culturale: È un sistema complesso dove si intersecano il valore estetico, la speculazione finanziaria, la critica accademica e l’interesse mediatico. Questo spiega la coesistenza di eccellenza e furberia.

💡 In sintesi: È l’arte che pone la domanda “Cos’è l’arte?” Più che dare risposte definitive, mira a stimolare la riflessione, la provocazione e, talvolta, semplicemente a documentare la libertà espressiva illimitata dell’artista.

Prefazione  Dott. CLAUDIO CALABRÓ – Operatore Beni Culturali ed esperto d’arte.

L’Arte Oltre la Contemplazione: Riflessioni Secondo Taibi

L’approccio di Taibi all’arte trascende la mera contemplazione estetica, elevandola a un potente strumento di riflessione e confronto critico.

Critica all’Arte Contemporanea

Taibi manifesta un forte scetticismo nei confronti di gran parte dell’arte contemporanea, accusandola di cadere in un feticismo dell’autore. Egli critica aspramente la tendenza a giustificare il valore di un’opera quasi esclusivamente in virtù della notorietà o della “firma” dell’artista, sminuendo l’importanza del contenuto intrinseco.

L’Imperativo della Comunicazione

Per Taibi, l’essenza dell’opera risiede nella sua capacità di comunicare contenuti significativi attraverso l’uso sapiente di simboli e metafore. L’arte autentica deve veicolare un messaggio che sia decifrabile, seppur non sempre immediato.

Il Ruolo dell’Autore nella Spiegazione

In linea con la tradizione dei grandi maestri che hanno inteso l’arte come un dialogo intellettuale, Taibi sostiene la necessità di chiarire il contenuto e il punto di vista dell’autore a chiunque manifesti un genuino interesse. Quando l’opera possiede una sostanza concettuale, l’artista ha la responsabilità, se interpellato, di fungere da mediatore per renderla accessibile e promuovere la sua funzione di riflessione.

INSURREZIONE MESSINESE

Il contenuto delle mie opere ripone al centro la condizione individuale, sociale e spirituale dell’essere umano e il suo universo. I colori dell’esistenza su ogni tipo di supporto, gli argomenti e i soggetti che rappresento mi consentono di dialogare e disaminare le tematiche della contemporaneità, con impronta metafisica e visionaria. 

IL CAMBIAMENTO
ETNIE

OPERE E SIMBOLISMI. Opere come “Il Grande Regista”, “Fermo Immagine”, “Il Cambiamento” e “Frammenti d’Ordinaria Sopraffazione” riflettono il simbolismo e l’immaginario di TAIBI. I suoi quadri spesso incorporano elementi storici e mitologici, reinterpretati in chiave moderna e ironica come l’opera “Insurrezione Messinese” che mostra un surreale dialogo e la complicità tra Nettuno e il gallo, simboli straordinari della città peloritana, mentre “Il Carro del Vincitore” rappresenta una biga romana in un contesto siciliano, metafora di vittoria e ambizione ma anche simbolo dell’arrivismo e del disprezzo dei valori più significativi. 

PIAZZA D'ITALIA
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CONDIVISIONE E COINVOLGIMENTO. Per TAIBI, l’arte è soprattutto condivisione, la sua più grande gratificazione è vedere il coinvolgimento dell’osservatore, che, attraverso le sue opere, è invitato a riflettere sui grandi temi della vita. L’artista non si limita a riprodurre la realtà, ma la spinge oltre i confini estetici, con l’intento di far emergere quesiti esistenziali e stimolare una riflessione profonda.

LA STIRPE DI SAN TOMMASO

Dal mio modesto punto di osservazione, penso che l’emulazione fine a se stessa dell’arte classica (e non solo), sia un palese anacronismo, come vedere l’esibizione di Beethoven al concerto di Woodstock. Tuttavia ogni qualvolta le due anime, classica e contemporanea si incontrano, il contrasto sembra dissolversi e divenire magia.

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REFLECTIONS ON ART

Sento la necessità di realizzare opere che riflettano la nostra contemporaneità, con le sue contraddizioni e le drammatiche realtà, tutto ciò in un’atmosfera REALE-SURREALE-METAFISICA-CONCETTUALE e visionaria, che non tralascia la bellezza. Mi appassiona quel tipo di arte che riesce a guardare la realtà e l’accompagna oltre il confine, non ultimo appunto quello estetico, che riesce a coinvolgere non solo per la tecnica e la bellezza. Non sono particolarmente stimolato dalla mera rappresentazione e la riproduzione fine a se stesse, (soprattutto seriale). 

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COMUNICATI - STAMPA - 2018
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Potrei usare la tecnologia per esprimere il mio punto di vista artistico, come L’IA o photoshop, che utilizzo talvolta nella fase preparatoria, ma la pittura é un’altra storia, é insostituibile ed eterna. 

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Perché un’opera d’arte sia veramente immortale bisogna che essa esca completamente dai limiti dell’umano. Il buonsenso e la logica le fanno difetto. 
    Giorgio De chirico

EDEN

 la bellezza, i nuovi linguaggi e la costante evoluzione dell’universo artistico, hanno necessità di una divulgazione più “onesta e trasparente”. é diventato indispensabile trovare soluzioni per scardinare l’assoluto potere del “sistema”, un’élite che da quasi un secolo decide le sorti dell’arte e degli artisti in tutto il mondo.  

 
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